In Autunno cadono le foglie: l’importanza del sottobosco
Che fine fanno le foglie quando cadono? Perché la natura ha ideato questo meccanismo di ricambio stagionale? Quale vita si nasconde all’interno del sottobosco?
Siamo abituati a considerare le foglie che cadono una particolarità dell’autunno, un segno delle stagioni che cambiano, ma non ci interroghiamo mai sulla loro funzione, sul perché gli alberi rigogliosi lascino cadere le proprie chiome. Non ci chiediamo che fine facciano una volta posate sul suolo, oppure siamo abituati a considerarle rifiuti da eliminare dai nostri giardini, dai parchi e dai boschetti, perché ci appaiono poco estetiche. Ma sono davvero prive di scopo, oppure quelle foglie, che ricoprono il sottobosco, hanno un ruolo che ignoriamo e che invece è fondamentale?
- Perché le foglie cadono
- La formazione del sottobosco
- L’importanza del sottobosco per la salute del giardino
- Se la natura ha le sue regole, un motivo ci sarà
Perché le foglie cadono
Ogni autunno, le foglie cadono. Quello che ci sembra un ordinario evento che diamo quasi per scontato, insieme ai colori più caldi che prendono il posto del verde tra le chiome degli alberi, si fonda in realtà su un complesso meccanismo biologico all’interno degli ecosistemi.
In particolare, la diminuzione delle ore di luce e l’abbassamento delle temperature medie, innescano una serie di cambiamenti ormonali all’interno degli alberi e degli arbusti decidui, che provocano prima il cambio di colore delle foglie – a volte spettacolare – poi il distaccamento del picciolo dal ramo.
Se però siamo abituati a veder cadere le foglie rosse e gialle tipiche della stagione autunnale, non tutti sanno, invece, che anche le piante sempreverdi perdono le foglie. Il loro ricambio è continuo, avviene in altre stagioni e in seguito a fenomeni differenti. Le foglie degli alberi sempreverdi invecchiano e cadono con tempi diversi a seconda della specie, e la loro caduta – parziale o totale – può essere provocata anche da eventi traumatici, come un’eccesiva siccità, un attacco parassitario, una grandinata.
La formazione del sottobosco
Qualunque sia la specie che li abita, i nostri giardini sono sempre pieni di foglie secche, come del resto qualsiasi bosco o foresta naturale. Non si tratta, però, di rifiuti da eliminare: è proprio questo strato di sostanza organica in decomposizione, caratterizzante appunto il sottobosco, che dà nutrimento e protezione a miliardi di esseri viventi, sia vegetali che animali, che con il loro incessante lavoro creano l’humus, ricchissimo di sostanze ideali per la vita e lo sviluppo delle piante.
Sappiamo ancora poco sulle migliaia di interazioni che avvengono all’interno del terreno e in questo strato di pochi centimetri, tra le radici e tutte queste laboriose creature. Conosciamo, però, con certezza i rapporti che si instaurano tra alcuni funghi simbionti, che in cambio di nutrimento mettono a disposizione sostanze nutritive che loro sono in grado di sintetizzare.
Le capacità e le potenzialità di questi funghi, per quanto ancora da studiare, sono fondamentali sia per il grande ecosistema boschivo che per quello più piccolo di un giardino. Addirittura, si pensa che associazioni di tipo micorrizico (fungo-pianta) siano in grado di veicolare moltissime informazioni tra una pianta e l’altra.
Il sottobosco, dunque, e il terreno sottostante, sono elementi fondamentali all’interno dei nostri giardini. Per gli appassionati della materia, una lettura scientifica imprescindibile per approfondire le proprie conoscenze è “Una pianta non è un’isola”, di Paola Bonfante, edito da Il Mulino.
L’importanza del sottobosco per la salute del giardino
Il consiglio che riteniamo opportuno darvi, da un punto di vista pratico e agronomico, è quello di lasciar stare tutte le foglie che cadono alla base dei loro alberi e arbusti.
Certo, spesso questa tecnica mal si sposa alla precisione e pulizia che richiedono viottoli, marciapiedi e piazzali, i quali per forza di cose andranno ripuliti. In questo caso, è possibile usare le foglie come pacciamatura su altre aree del giardino, quelle in eccesso potrebbero essere triturate con gli scarti delle potature e ammucchiate in angoli-compost dove con il tempo si trasformeranno in un prezioso terriccio fertilissimo che potrete usare per arricchire altre aree del giardino o come componente dei terricciati per i vasi e le fioriere.
Troppe volte, però, durante le nostre visite e sopralluoghi nei giardini, anche molto prestigiosi, notiamo la perversa abitudine di asportare tutto quello che di organico cade sul terreno, fin quasi a scoprire le radici di alberi e arbusti. Alcuni, i più estremisti, non si accontentano di rastrellare, addirittura fanno spazzare o soffiare la superficie, rendendola sì pulita, ma anche povera, secca e arida.
Pensate che alcune piante, come i Cistus e le Phlomis per esempio, si proteggono dalle concorrenti lasciando cadere le foglie, ricche di sostanze anti-germinanti alla loro base, per evitare la nascita di altre piante con le quali si troverebbero a competere, sottraendo acqua e nutrienti. Non vi sembra incredibile?
Una cosa, poi, a cui pochi pensano, è il profumo. Il sottobosco profuma di lieviti, di funghi, di buono: provate a raccogliere un pugno di humus dal vostro giardino e annusatelo. C’è profumo di vita! E sarà ancora più evidente quando piove, proprio come succede in un bosco naturale.
Come in tutte le cose, però, bisogna stare attenti a non esagerare. Alcuni tipi di arbusti, specialmente quelli tipici della garriga, luogo povero di sostanza organica, non amano avere uno strato umido e molto organico attorno al colletto. Sovente si possono ammalare, colpiti da muffe e funghi patogeni. Per loro è più adatta una pacciamatura in ghiaino, ricca di calcio e che si asciuga subito.
Se la natura ha le sue regole, un motivo ci sarà
Abituati come siamo a intervenire in tutte le cose del mondo, a volte ci dimentichiamo che gli alberi, le piante e gli ecosistemi minuscoli e complessi che abitano il terreno, esistevano già prima di noi, e potrebbero continuare a sopravvivere anche senza il nostro intervento
In effetti, lasciar fare alla natura, anche nel caso del sottobosco, ha i suoi vantaggi. Per esempio, dei vantaggi economici nella gestione del nostro giardino, ricavando un risparmio non solo nella pulizia, ma anche nell’acqua per l’irrigazione, e nella necessità di concimi e antiparassitari.
È chiaro che un sistema complesso come questo non si ottiene in poche settimane dall’impianto del giardino: ci vogliono alcuni anni per la sua formazione e sono sufficienti solo pochi minuti per distruggerlo con una pulizia radicale non appropriata.
È dunque fondamentale fare attenzione!